Suore Francescane Missionarie di Cristo
  • Home
  • Forma di Vita
    • Le nostre Sante
  • Missioni
    • Brasile
    • Etiopia
    • Tanzania
  • SOSTIENICI
  • Servizi
    • Istruzione
    • Pensionato
  • NOTIZIE
    • News
    • Rabbunì
  • Ente trasparente
  • Contatti

IL NOSTRO “TRAVOLGENTE” VIAGGIO IN ETIOPIA

11/3/2019

0 Commenti

 
Dal 26 dicembre 2018 all'11 gennaio 2019
Arianna, Paolo e Federica, insieme ad altre 8 persone,
hanno partecipato al viaggio-esperienza nelle nostre missioni in Etiopia.
A mo di "diario di bordo" di seguito, ci raccontano le loro emozioni
​e ciò che il loro occhi e il loro cuore hanno potuto vedere e contemplare!
Se ripenso all’Etiopia ora, la prima cosa che mi viene in mente sono i sorrisi della gente; quelli non mancavano mai, a nessuno. E la cosa ancora più bella è che erano inspiegabilmente contagiosi, oggi come allora e per sempre. In Africa, in mezzo alla sua gente, ti senti pieno.
Credo di non aver passato un solo momento del viaggio senza il sorriso stampato sulle labbra e gli occhi che brillavano di gioia insieme ad esso; gioia di vivere, di condividere, di conoscere, di amare, di stare insieme. Ecco, lo stare insieme, forse era proprio questo il movente, il fulcro stesso del nostro incredibile viaggio in Africa, “the motherland”.
 
Prima di partire la mia testa esplodeva per le numerose domande che mi ponevo: cosa dovrò fare? Sarò in grado? Saprò gestire le mie emozioni? Riuscirò a vivere a pieno questa esperienza? Cosa mi porterò a casa? Sarò diversa, o sarò sempre la stessa?
Le risposte sono arrivate giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, sorriso dopo sorriso, preghiera dopo preghiera... Senza il bisogno di doverci ragionare su.
 
Cosa dovrò fare? Vivere e lasciare accadere le cose. Perdersi nell’abbraccio di uno sconosciuto, lasciarsi abbagliare dai colori della natura, accogliere la stretta di mano di un bambino, confidarsi con i compagni sotto un tappeto infinito di stelle, condividere la quotidianità. Ecco cosa abbiamo fatto. (Oltre a disegnare un numero infinito di bigliettini di Natale e pitturare tanti cancelli!!)
Sarò in grado? Be, di cosa poi? Di essere me stessa. Perché era quello il mio compito, il nostro compito. Donare agli altri noi stessi. A 360 gradi, senza paura ed essere pronti a ricevere allo stesso modo chiunque incontrassimo sul nostro cammino.
Saprò gestire le mie emozioni? No, ma ho capito che non ce n’era bisogno. E così ho deciso di abbandonarmi alla bellezza, lasciandomi emozionare dalle piccole cose di ogni giorno: il tramonto, le luci intense dell’alba, i racconti dei compagni, i sorrisi dei bambini, Mi sono lasciata travolgere dai colori, dagli odori, dai sapori, dalle emozioni dell’Etiopia. E non c’è modo migliore di vivere questo incredibile Paese.
Cosa mi porterò a casa? Sarò sempre la stessa? La domanda che forse più di tutte attanagliava non solo me, ma anche i miei compagni e non ci faceva dormire la notte. Nei momenti di riflessione condivisa con il gruppo, era infatti questo che ci chiedevamo, il ritorno ci preoccupava più di ogni altra cosa.
Riuscirò a portarmi a casa un pezzo d’Africa? Riuscirò a conservare ciò che questa terra ha lasciato dentro di me? Oppure, tornando alla mia routine dopo pochi giorni dimenticherò tutto? No. Sicuramente non sarà facile, ma non puoi dimenticare certe emozioni. Non puoi dimenticare gli sguardi che hai incrociato, i sorrisi che gratuitamente hai ricevuto e che hai ricambiato. Non puoi dimenticare tutto ciò che hai condiviso con degli sconosciuti che in pochi giorni (che dico, ore!) sono diventati i tuoi compagni di viaggio. Sta a te, però, e solo a te portare a casa non solo souvenir e panni da lavare, ma anche i ricordi e soprattutto le sensazioni che hai provato. Non è facile, ma neanche impossibile. Puoi infatti decidere di vivere la solita quotidianità, con l’occhio più attento e il cuore più sensibile. Forse sarai frustrato perché hai scoperto che non puoi cambiare il mondo, ma potrai comunque rallegrare all’idea che puoi cambiare te stesso e il cambiamento, grande o piccolo che sia, parte sempre da dentro di noi. Sono cambiata? Non lo so, ma so per certo che non sono la stessa che ero prima di partire.
 
Ma ora voglio raccontarvi un po' più concretamente il nostro viaggio, che si è snodato nella zona centro-sud dell’Etiopia, facendo tappa alle missioni di Addis Abeba, Nazareth, Kofale, Ashirà e Wasserà.
 
La prima cosa che mi preme ricordare (con un po' di nostalgia), è l’accoglienza calorosa che ricevevamo dalle sorelle ogni volta che arrivavamo in una nuova missione. Petali lanciati in aria, sorrisi, baci, tanto affetto, musica e canti: ecco cosa ci attendeva non appena facevamo capolino nella nostra “nuova casa” a bordo della Jeep.
Condividevamo la semplicità di ogni giorno lontani dagli agi a cui eravamo soliti. A volte capitava che qualche sfortunato non avesse l’acqua calda in camera e allora si faceva la doccia dal compagno vicino; qualche volta non c’era corrente e allora si cenava a lume di candela, qualche volta la connessione non funzionava… ok, a questo non c’era soluzione, se non dimenticarsi definitivamente del cellulare! E così è stato. Che senso di libertà… Strano, vero? Eppure è stato così. Molti, definirebbero queste situazioni dei “problemi”, se non addirittura vere e proprie tragedie, io la chiamerei invece fortuna, perché questi disagi ci hanno permesso di vivere “disconnessi” dalla solita vita e “connessi” ad una nuova realtà e soprattutto a noi stessi.
La nostra giornata tipo iniziava intorno alle 7:30, scandita dall’ormai familiare suono della campana: ancora un po' assonnati, ci radunavamo per la colazione a base di pane e marmellata (ricordo ancora quella buonissima al pomodoro prodotta dalle suore di Wasserà!) preceduta da una preghiera spesso cantata. Un buon caffè etiope e la giornata poteva cominciare. Trascorrevamo le mattine negli asili e nelle scuole delle missioni, giocando insieme ai bambini, o contribuendo ad abbellire i muri con dipinti colorati; nel pomeriggio abbiamo avuto spesso occasione di visitare gli health centre, strutture intermedie tra il primo intervento e l’ospedale, che offrono servizi sanitari generali quali, maternità, cure mediche di base e prevenzione, mentre alcuni presentano anche ambulatori più specializzati quali pediatria, chirurgia, odontoiatria… e il St. Mary’s vocational training center di Nazareth, che ha lo scopo di educare e promuovere la donna dal punto di vista umano e professionale, dandole la possibilità di formarsi in mestieri come parrucchiera, cuoca, o insegnante.
Foto
Health Centre di Ashirà
Foto
Scuola di Addis Abeba
​Durante queste visite semplicemente “stavamo” con la gente: giocavamo con i bambini, cantavamo canzoni, cercavamo di comunicare tra gesti e sorrisi che spesso si tramutavano in risate. Stare in mezzo alla gente può sembrare banale, una perdita di tempo; invece è tutto il contrario se la vivi come un’occasione, un dono. È il dono della conoscenza, perché puoi capire veramente l’anima di un Paese solo stando in mezzo al suo popolo. E l’anima dell’Etiopia è proprio la sua gente così incredibilmente affettuosa e solare. 
Foto
Foto
La sua gente e… il caffè! Abbiamo partecipato numerose volte al famoso “rito del caffè”, una vera e propria cerimonia molto sentita dal popolo etiope. Innanzitutto si stende a terra dell’erba fresca (simbolo della festa), poi si procede con la tostatura dei chicchi… mi sembra ancora di sentire quel profumo così intenso e inconfondibile che inebriava l’aria, riempiva le strade… Tutto profumava di caffè. Si passa poi alla macinatura, che avviene rigorosamente a mano in un mortaio; infine, il caffè macinato viene messo nella jebena, un vaso speciale in ceramica adatto per la bollitura. Il caffè è servito! Accompagnato ovviamente dal delizioso “pane della festa” e da popcorn caldi. A questo punto non resta che assaporare ogni singola goccia di questa bevanda preparata così davanti ai nostri occhi! 
Foto
Jebena
Foto
Tostatura e macinatura
E poi il tè allo zenzero, i tagli delle torte che diventavano ogni volta una festa, le passeggiate, quelle rilassanti e quelle più faticose, la visita al mercato locale, il Natale insieme, i momenti sdraiati sul prato a godere del sole, i viaggi in jeep, i turni a lavare e asciugare i piatti, i tramonti, le stelle… Momenti di pura e semplice vita, impressi nella mia mente e nel mio cuore.
Abbiamo anche trascorso due giorni da turisti, uno al lago Zway, e al lago di Langano ai quali abbiamo fatto tappa nel tragitto tra Nazareth e Kofale, e uno al parco di Awasa, sulla strada per Ashirà.
Il primo, situato all’interno della Rift Valley, è un vero paradiso naturale: la passeggiata che porta al lago è una distesa di alberi e piante di ogni tipo, cavalli, caprette, pecore e un curioso uccello dal lungo becco, il marabù. Il lago era un punto di ritrovo per i giovani del villaggio: c’era chi giocava, chi si divertiva a correre all’impazzata con le carrozze trainate da cavalli, chi nuotava e chi faceva il bucato nel lago... La compagnia non mancava!
FotoLago di Langano
​Il secondo si trova nella regione dell’Oromia, in una zona un po' più turistica. Abbiamo pranzato infatti in un bellissimo resort con vista sul lago. C’è da dire però, che la struttura non ha assolutamente disturbato la flora e la fauna di questo piccolo paradiso, ha infatti rispettato la natura e si è adattato ad essa. Il lago si presenta come un’enorme distesa rosa apparentemente infinita, accompagnata da una piccola spiaggetta di sassi. Insomma, per noi Riminesi, è stato un po' come andare al mare! Dopo un buon pranzo in stile etiope ci siamo rilassati sulla spiaggia tutti insieme; qualcuno si è coraggiosamente immerso in acqua, altri sono rimasti a riva, senza però resistere all’occasione di bagnare i piedi in quel meraviglioso lago rosa, oltretutto nell’ultimo giorno dell’anno!!

FotoParco di Awasa
​Infine, abbiamo fatto tappa al lago di Awasa, dove si trova l’omonimo parco: un’infinita distesa verde invasa da scimmiette dispettose! È stato indubbiamente il pranzo più divertente della mia vita! Mentre in una mano tenevamo il panino, nell’altra stringevamo un bastone pronti a cacciare le scimmie che ci si lanciavano letteralmente addosso per sgraffignare qualcosa! Più che un pic-nic, la definirei una vera e propria esperienza unica! Prima di rimetterci in viaggio per Ashirà abbiamo fatto una passeggiata attorno al parco, che si è rivelato essere un posto incredibile: squarci fiabeschi si aprivano continuamente ai nostri occhi, alberi maestosi, uccelli dai colori incredibili... Abbiamo addirittura avvistato una bellissima aquila marina!

Foto


Oltre ai momenti di festa (che non mancavano mai!), l’Etiopia ci ha regalato anche momenti più intensi, come la visita alle capanne nel villaggio di Wasserà. Forse l’esperienza più toccante, nonché difficile per me. Accompagnati dalle sorelle siamo andati a conoscere alcune famiglie del villaggio e lì, qualcosa ha toccato le corde della mia sensibilità più profonda. Mi è bastato incrociare i loro sguardi per sentire come un vortice dentro e improvvisamente un fiume di lacrime è sceso dai miei occhi, senza preavviso.  Tutto ad un tratto non avevo più voglia di sorridere, né di fotografare o di parlare. E non ero la sola; ho notato infatti che, silenziosamente, anche altri miei compagni avevano cambiato espressione, i loro volti erano cupi, gli occhi lucidi, i sorrisi diversi… Nessuno si è nascosto, abbiamo deciso di lasciare scorrere liberamente quelle emozioni, d’altronde facevano parte del viaggio. Così sono rimasta in silenzio, con il cuore in gola e gli occhi lucidi, senza capire bene cosa stava accadendo dentro di me, ma lasciando comunque che accadesse, lasciandomi toccare, lasciandomi travolgere.
Abbiamo dedicato due pomeriggi a quest’attività, per vedere con i nostri occhi le situazioni disagiate in cui vivono molte famiglie in Etiopia, per toccare con mano la povertà (che come ci ha ricordato suor Monica, è solo una povertà materiale, mai di spirito), ma soprattutto, per poter dare un aiuto concreto. Infatti quella stessa sera, all’unanimità abbiamo deciso di fare subito tutto il possibile per aiutare alcune famiglie e abbiamo stilato una lista di obiettivi da raggiungere. Raccogliendo una piccola quota a testa abbiamo acquistato delle coperte calde, sei pecore per sei famiglie, abbiamo aiutato una donna a riacquistare il suo terreno che aveva ingiustamente perso e infine abbiamo finanziato la ristrutturazione di un tukul (l’abitazione tipica etiope) che stava letteralmente cadendo a pezzi. In più, ci siamo portati a casa un compito molto importante: raccogliere fondi per costruire altre capanne e finanziare il completamento del reparto di maternità dell’health centre di Ashirà. È inevitabile, una volta che hai provato la sensazione che ti dà aiutare chi ha bisogno, non ne puoi più fare a meno.
Aiutare quelle famiglie ha aiutato anche noi. E non è la solita frase fatta. Ve lo assicuro, perché se aveste visto ciò che abbiamo visto noi non sareste più gli stessi. Quando abbiamo detto alla proprietaria di casa che avremmo finanziato la ristrutturazione del suo tukul non si conteneva dalla gioia: ci ha abbracciati e baciati uno ad uno, saltava, rideva. E noi non potevamo che gioire con lei e commuoverci per la sua estrema gratitudine.
Gratitudine.
Posso affermare che sia questo l’aggettivo che descrive meglio tutte le persone che ho incontrato nel mio viaggio in Etiopia. Erano grate. Grate che fossimo li, grate che le dedicassimo il nostro tempo, grate per un sorriso, per una stretta di mano, per uno sguardo.
 
Come racconta Paolo, un membro del gruppo, una sera ci siamo trovati a parlare di felicità. Discutevamo su quanto sia difficile da raggiungere, o addirittura impossibile perfino in una vita intera. Infine siamo giunti alla conclusione che la felicità è fatta di attimi, di istanti. Ciò che conta davvero, ciò a cui dobbiamo mirare, è la serenità. Raggiungere la serenità interiore per godere di una vita piena, vera.

​Quest’esperienza mi ha insegnato la più grande lezione di vita di sempre: mi ha insegnato a dire “grazie” un po' più spesso e che la gratitudine è un sentimento forte, talmente forte che può smuovere il mondo.
Un gesto d’amore può solo avere conseguenze positive e produrre altro amore.
L’Etiopia ti travolge e non puoi evitarlo, puoi solo decidere di accettarlo, aprire il tuo cuore e farti cullare da quell’oceano di emozioni che ti regala. E una volta provato, non puoi più farne a meno.

Arianna
Foto



«Alla fine mi sono reso conto che la felicità è avere la possibilità di aiutare chi ha bisogno. Godere della felicità altrui, questo è il massimo che si può raggiungere. Aiutare chi ha bisogno ha reso felice me».
 
Paolo

Foto
«Ieri verso le 18 siamo arrivati a Wasserà e sono stata inondata da un vortice di emozioni che solo qua si possono provare. I bambini ci correvano dietro, gli anziani e le donne gridavano al finestrino della Jeep: “Sister Monica!” quasi increduli di vederla di nuovo lì, a casa. Questa mattina siamo andati a scuola per la festa di Natale. I bambini avevano preparato uno spettacolo per noi: chi ballava, chi cantava, chi recitava… un vero e proprio show! Abbiamo poi distribuito la merenda a base di pane fresco e uova sode; è stato emozionante scorgere quel sorriso timido che nasceva nei loro volti quando le nostre mani si sfioravano… Sono bastati pochi attimi insieme, perché come ogni volta, il tutto si sia trasformato in carezze, fotografie e sguardi carichi di genuinità. Questa è la parola che rappresenta l’Africa per me. La genuinità; la si respira in ogni angolo, in ogni sguardo, in ogni via. Ovunque.
Ringrazio per aver scelto di tornare qua, perché ho avuto la conferma di quanto questo mondo, fatto di cose semplici, di gentilezza, di sguardi sinceri e sorrisi mi appartenga davvero​».

Federica
0 Commenti

Viaggio in Etiopia, un'esperienza che cambia la vita

11/3/2019

0 Commenti

 
“Khorakhanè” la rubrica settimanale dedicata al sociale di San Marino RTV, ci porta nelle nostre missioni in Etiopia, per parlare di un progetto che la lega a San Marino e Rimini.
In studio: Sara Bucci (conduttrice), Suor Monica Da Dalt (Vicaria Generale suore francescane missionarie di Cristo), Paolo Succi (ex allenatore di calcio), Martina Sabatino e Arianna Pari.
Foto
clicca qui per vedere il video
0 Commenti

Quaresima: il tempo favorevole!

6/3/2019

0 Commenti

 
Foto
Vi invitiamo a leggere il Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2019
per leggere clicca qui
0 Commenti

    Autore

    Le Suore Francescane Missionarie di Cristo svolgono molteplici attività nell'ambito dell'istruzione e missionario.

    Archivi

    Aprile 2022
    Dicembre 2021
    Ottobre 2021
    Agosto 2021
    Maggio 2021
    Aprile 2021
    Febbraio 2021
    Gennaio 2021
    Dicembre 2020
    Novembre 2020
    Ottobre 2020
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Febbraio 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Novembre 2019
    Ottobre 2019
    Settembre 2019
    Agosto 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Agosto 2016
    Maggio 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Gennaio 2012

    Categorie

    Tutto
    Brasile
    Etiopia
    Tanzania

    Feed RSS


Foto
Congregazione delle Suore ​Francescane Missionarie di Cristo
​Via Francesco Bonsi, 18 - 47921 Rimini
Tel: +39 
0541 781071
​Insieme possiamo farcela!
Attraverso un contributo alle missioni ad gentes della nostra Congregazione potrai essere anche tu “costruttore d’Amore”. ​
SOSTIENICI

Forma di Vita
Le nostre Sante
Missioni
Brasile
Etiopia
Tanzania
Servizi
Istruzione
Pensionato
Notizie
News
Rabbunì
Contatti

cookie policy  |  privacy policy
Proudly powered by WorldConnex
  • Home
  • Forma di Vita
    • Le nostre Sante
  • Missioni
    • Brasile
    • Etiopia
    • Tanzania
  • SOSTIENICI
  • Servizi
    • Istruzione
    • Pensionato
  • NOTIZIE
    • News
    • Rabbunì
  • Ente trasparente
  • Contatti