Festa della Conversione di San Paolo “So a chi ho dato fiducia: egli, giudice, giusto, mi renderà il frutto delle mie fatiche nell’ultimo giorno” (Liturgia) Carissima suor Tommasina, te ne sei andata in questi giorni freddi e grigi, accompagnati dalla pioggia e da tanto vento, per aprirti al giorno senza tramonto e lasciarti abbracciare dallo Sposo che sempre hai amato e cercato. Hai lasciato il tuo paese ai piedi delle dolomiti non ancora ventenne, la guerra era da poco finita, per unirti alle tante giovani Lutranesi che già erano arrivate in convento a Rimini, e che per quei tempi doveva sembrare veramente lontano. Te ne sei andata in fretta, senza neppure darci il tempo di un “saluto”, ma attorniata dalle sorelle che in questi ultimi anni si sono prese cura di te con amore e dedizione, però già da tempo l’infermità aveva segnato la tua vita e le tue giornate. Dimensione, quella della malattia che ha segnato presto il tuo cammino di religiosa, senza per questo togliere nulla ai 74 anni di donazione, anzi arricchendola, e dalle tue lettere scritte mentre eri ricoverata, si coglie il tuo desiderio di unirti alla passione dello Sposo e di offrire tutte le sofferenze e i sacrifici, per il bene della Congregazione e della Chiesa. Per natura silenziosa, riservata e forse un po’ timida, ma capace di dire il tuo pensiero e di sostenere le tue idee. Hai servito il Signore e i fratelli, in tante fraternità impegnata nelle scuole di lavoro e insegnando il mestiere di magliaia a tante giovani donne, e sono certa che accanto al mestiere hai passato anche tanti insegnamenti. Quando poi gli anni aumentavano e le scuole di lavoro non erano più un servizio necessario, ti sei dedicata a vari servizi e molte di noi ti ricordano nelle portinerie dell’istituto San Giuseppe a Sassuolo e nella Casa Madre a Rimini. Difficile uscire per Rimini e non incontrarti per le vie della città, impegnata nelle tante commissioni che ti venivano affidate: ritirare le medicine, andare dai medici oppure negli uffici e non ultimo a prendere i fiori. Si, i fiori, perché dove ceri tu c’erano sempre anche dei bei vasi di fiori. Al ritorno poi, ti si poteva trovare nelle prime ore del pomeriggio, seduta in portineria con in mano i ferri da lavoro, per un centrino, un filet o altro, ma mai senza fare nulla e soprattutto il sorriso per ogni persona che arrivava. Sorriso che ha continuato a illuminare il tuo volto anche in questi ultimi anni e che non mancava mai quando si passava per un saluto. Grazie Tommasina, sorella amante del bello, dei fiori, del verde, delle sorelle e soprattutto del tuo Amato Sposo, grazie per il tuo lungo cammino di consacrata, grazie per il tuo tanto servire e pregare. Ora che sei nelle sue braccia e che hai ritrovato tante sorelle in cielo e buona parte della tua amata famiglia, continua a pregare anche per noi! Grazie Signore, per averci lasciato per tanto tempo questa Sorella, grazie per i suoi tanti doni, ricompensala come Tu solo sai fare. Ad Dio Sr. Tommasina. Madre Lorella Chiaruzzi, Superiora Generale SFMC
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AutoreLe Suore Francescane Missionarie di Cristo svolgono molteplici attività nell'ambito dell'istruzione e missionario. Archivi
Dicembre 2024
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